Il libro nero dell’eco-imperialismo

Driessen_coverTratto da svipop.org

La battaglia persa contro la malaria è soltanto uno degli esempi di quanto possano nuocere le ideologie in generale e in particolare quelle ambientaliste.

di Anna Bono

Il Ddt (dicloro-difenil-tricloretano) per anni è stato proibito quasi in tutto il mondo, nonostante la sua straordinaria efficacia, perché ritenuto cancerogeno e altamente inquinante. Dopo aver contribuito a estirpare la malaria in Europa Occidentale e in Nord America e a ridurne la diffusione in altri continenti, salvando la vita a circa 50 milioni di persone, all’inizio degli Anni ’60 fu messo sotto accusa da alcuni ricercatori convinti che il suo impiego avrebbe determinato una catastrofe ecologica.

La successiva campagna ambientalista contro il Ddt fu efficace al punto che nel 1972 l’Agenzia Americana per la Protezione dell’Ambiente lo mise al bando benchè degli studi appena realizzati avessero già dimostrato l’infondatezza degli allarmi lanciati negli anni precedenti. Sull’esempio americano, inoltre, il Ddt fu tolto dal commercio in numerosi paesi, sostituito da altri insetticidi che tuttavia si rivelarono meno efficaci.

Subito i casi di malaria in Asia e ancor più in Africa ripresero a moltiplicarsi. Oggi la malattia colpisce circa 300 milioni di persone all’anno e ne uccide due milioni. È una delle piaghe del continente africano dove, insieme all’Aids e alla tubercolosi, costituisce una delle tre cause maggiori di morte. Ne sono vittime 3.000 bambini africani al giorno, uno ogni 30 secondi: è come se ogni giorno 85 scuolabus avessero un incidente senza superstiti. Sempre in Africa, la malattia ogni anno costa 12 miliardi di dollari e la perdita di 100 miliardi di dollari di Prodotto Interno Lordo.

Quelli citati sono dati contenuti nel libro di Paul Driessen, Eco-imperialismo. Potere verde morte nera, appena pubblicato in Italia dalla casa editrice Liberilibri, curato e tradotto da Guglielmo Piombini autore anche di un’ottima introduzione in titolata “Quando l’ambientalismo uccide”.

Il saggio di Driessen, studioso americano di geologia ed ecologia, illustra i danni inflitti soprattutto agli abitanti dei paesi poveri dal fanatismo ecologico che rifiuta lo sviluppo, l’innovazione tecnologica, l’industrializzazione ovvero il modello occidentale di civiltà responsabile del moltiplicarsi del genere umano che l’ambientalismo, nella sua forma estrema, considera il “cancro del pianeta”.

Il governo del Tanzania, uno dei paesi dell’Africa orientale più colpito dal paludismo, ha appena, e finalmente, annullato il divieto di usare il Ddt: è troppo tardi per centinaia e forse migliaia di tanzaniani già morti dall’inizio dell’anno a causa della malaria. Ma può almeno rappresentare l’inizio di una svolta che contribuirà a salvare milioni di vite in futuro.

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Paul Driessen Eco-imperialismo. Potere verde morte nera, ed Liberilibri

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