Il “Catechismo sociale” del Beato Alberione

Giacomo AlberioneOsservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân

8 gennaio 2015

di Giuseppe Brienza

Sono diversi gli studi che, almeno in Italia, precedono il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa. Naturalmente si tratta di opere imparagonabili, che hanno un valore esclusivamente nell’ambito del “pensiero sociale cristiano” ma, nondimeno, la loro pubblicazione e lettura riveste ancora un significato, e non solo sul piano storico. Per rimanere solo al Novecento, possiamo citare il Catechismo della dottrina sociale cattolica dalle encicliche sociali dei Papi, di Luigi Tait (1978) [1], il Catechismo sociale cristiano, scritto dal fondatore e presidente dell’Associazione Internazionale di diritto pontificio Carità Politica, Alfredo Luciani (1887-1969) [2], per finire con l’Agenda sociale, raccolta di testi magisteriali promossa nell’anno del Grande Giubileo dalPontificio Consiglio della Giustizia e della Pace [3].

Per l’autorevolezza del suo Autore, che è stato anche recentemente beatificato da Papa Benedetto XVI (il 27 aprile 2003), merita un posto speciale nel novero di questa tipologia di testi il Catechismo sociale, pubblicato nel gennaio 1950 da Don Giacomo Alberione (1884-1971), fondatore e primo superiore della Famiglia Paolina [4].

Nell’immediato dopoguerra, per far fronte alla propaganda teologico-ideologica delle confessioni protestanti favorite dall’occupazione anglo-americana, nonché per attrezzare gli Italiani, soprattutto i credenti ma non solo, contro la manipolazione delle coscienze e l’indottrinamento politico-culturale del Comunismo, il Beato Alberione dettò quest’opera in neanche quindici giorni, nella primavera del 1949.

Composto di 50 lezioni e 158 domande con le relative risposte, il libretto del sacerdote piemontese, ristampato in pochi anni in diverse edizioni [5], uscì a pochi mesi dalle storiche elezioni politiche del 18 aprile 1948, riuscendo pienamente, in poco più di cento pagine, a presentare al popolo Italiano, e soprattutto ai giovani, una sintesi essenziale di tutti i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa.

Ognuna delle lezioni comprende generalmente due o tre domande (raramente quattro) di sociologia, alcuni stralci di encicliche o dei discorsi dei Papi sull’argomento, per finire con esempi tratti dalla Bibbia o dalla storia della Chiesa. Talvolta conclude il paragrafo qualche breve preghiera. Ciò secondo il metodo che stava a cuore al Beato, da lui denominato di “Gesù Maestro Via, Verità e Vita”.  Si trattava di un metodo che consisteva nel dare, insieme con la dottrina, anche la testimonianza dell’esempio e la grazia o preghiera per praticarlo[6].

Il libretto, che ottenne il «Nihil obstat» del gesuita, ora Servo di Dio, P. Felice Cappello (1879-1962), allora docente all’Università Gregoriana, e l’Imprimatur di Mons. Luigi Traglia (1895-1977), Vicegerente del Vicariato di Roma dal 1936 al 1951, riscosse un apprezzabile successo anche come strumento di educazione civico-politica. Da quest’ultimo punto di vista, ad esempio, esso recava la seguente efficacissima definizione del Comunismo: «dottrina basata sul materialismo dialettico che, negando ogni valore spirituale, vuole la lotta di classe violenta e rivoluzionaria. Le classi che devono lottare fra loro sono la capitalista e la proletaria, e la lotta deve terminare con la vittoria totale di quest’ultima per l’avvento della dittatura più feroce, sotto pretesto di sostenere gli interessi degli operai» [7].

Il Catechismo sociale, com’è evidente, risulta direttamente ispirato sui temi dell’anti-comunismo all’enciclica Divini Redemptoris “sul Comunismo ateo”, promulgata come noto da Papa Pio XI nella festa di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale, il 19 marzo 1937. Nonostante la vittoria del 18 aprile, infatti, gli animi più avvertiti dentro e fuori la Chiesa non si erano affatto illusi sul termine della battaglia, dato che il Comunismo non si dava in Italia per vinto, programmando un lavoro a tappeto per infiltrarsi ovunque, in una grande massa della popolazione che, peraltro, mancava delle nozioni più elementari della sociologia cristiana.

Di ampio respiro, quindi, sono gli argomenti o temi fondamentali di cui tratta il Beato Alberione nel 1948, come risulta dall’Indice della sua opera presente tanto nella prima quanto nelle successive edizioni. Si parte dal capitolo I, intitolato L’uomo e la società, per passare a La famiglia (cap. II), La società civile (cap. III), La Chiesa (cap. IV), Il lavoro e l’ordine economico (cap. V) e, infine, la disamina, originale per il tempo nel quale fu scritta, contenuta nell’ultimo capitolo, dedicato a La società internazionale.

Da giovane Don Alberione aveva letto e meditato le Encicliche di Papa Leone XIII (1878-1903) e, in particolare, aveva studiato la dottrina sociale del sociologo ed economista veneto Giuseppe Toniolo (1845-1918), beatificato da Benedetto XVI il 29 aprile del 2012, della cui influenza culturale ed impostazione è, quindi, evidentemente debitore[8].

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[1] Grafiche istituto Artigianelli, Trento 1978.

[2] Cfr. Alfredo Luciani, Catechismo sociale cristiano: storia, princìpi e orientamenti operativi, con una Prefazione del Cardinale Roger Etchegaray (presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace), A. Mondadori, Milano 1992 [2a ed. riv. e ampliata, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2000]. Alfredo Luciani è stato anche poeta e docente di Filosofia della Religione.

[3] Cfr. Robert A. Sirico-Maciej Zieba, O.P. (a cura di), Agenda sociale. Raccolta di testi del Magistero, con unaPrefazione del Cardinale François Xavier Nguyen Van Thuân (1928-2002), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000.

[4] Cfr. Don Giacomo Alberione SSP, Catechismo sociale. Elementi di sociologia cristiana, Casa Generalizia SSP, Roma 1949.

[5] Il Catechismo sociale ha avuto cinque edizioni: la prima nel gennaio del 1950; la seconda a dicembre dello stesso anno; la terza nell’aprile del 1958; la quarta nel marzo del 1962 e la quinta nell’ottobre del 1963. Al 1985 risale la 6a edizione critica, a cura di Lucina Bianchini F.S.P. e Luigi Giovannini S.S.P.,Edizioni paoline, Roma 1985 [con una Introduzione di Lucina Bianchini F.S.P., Come è nato il presente catechismo? (pp. 5-7) ed una Nota introduttiva di Luigi Giovannini S.S.P., Significato storico-culturale del Catechismo sociale. Qualche elogio incoraggiante (pp. 8-14)]. Dalla seconda in poi le domande-risposte contenute nell’opera diminuirono a 155, mentre le lezioni furono ridotte di una (diventando quindi 49).

[6] Cfr. Giuseppe Timoteo Giaccardo, Diario – pagine scelte, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2005.

[7] Giacomo Alberione, Catechismo sociale. Elementi di sociologia cristiana, Edizioni Paoline, Roma 1985, coll. “Opera Omnia”, n.362.

[8] Cfr. Giuseppe Brienza, L’economista di Dio: Giuseppe Toniolo ad un anno dalla beatificazione. L’insegnamento del “profeta” della Rerum Novarum in un percorso fra riviste cattoliche del Novecento e interpretazioni contemporanee, Verona 2013, supplemento “Etica ed Economia. Materiali dalla tradizione cristiana” (pp. 44).