Antonio da Padova

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Antonio_Padova

di Rino Cammilleri

Venerdì 13 porta sfortuna? Macché. Proprio un venerdì 13 (giugno 1231) morì Sant’Antonio da Padova (ma era portoghese), senza dubbio il Santo più popolare del mondo. Nel Sud molti il numero 13, in oro, lo portano al collo o al braccialetto. incredibile il numero di città, anche di grandi dimensioni, che in tutto il pianeta hanno il nome di questo Santo.

Non c’è chiesa (preconciliare) che non abbia un altare a lui dedicato e potete star sicuri che, se volete farvi guidare dall’affollarsi dei lumini e delle candele, andrete a sbattere in una statua della Madonna o in una di Sant’Antono (che contende le fiammelle a San Giuseppe ed è seguito a ruota da Santa Rita da Cascia).

Evidentemente il popolo di Dio, che ha un fiuto teologico molto più concreto di tanti porporati e cattedratici, sa quali sono gli intercessori che funzionano di più. La sua «novena» è tra le più frequentate, così come la pia pratica dei tredici martedì e l’antichissimo responsorio Si quaeris miracula. Fino a non molto tempo fa era in uso anche portare addosso un immaginetta del Santo con dietro il cosiddetto “Breve di Sant’Antonio”: Ecce crucem Domini, fugite partes adversae! Vicit Leo de tribu lucia, radix Da­vid. Alleluia, alleluia.

La sentenza, per chi non conosce il latino, si traduce così: «Ecco Ia croce del Signore, fuggite avversari. Il Leone della tribù di Giuda, radice di Davide, vince». Cosi infatti gridò Sant’Antomo nel praticare un esorcismo su una donna portoghese ossessa. Infine, per ritrovare le cose perdute nulla di meglio che rivolgersi a questo Santo. Certo, sicuro, naturalmente: una fede “adulta” non dovrebbe aver bisogno di ricorrere a queste cose. Ma chi ce l’ha, una fede adulta? In genere chi ne parla non ne ha. Nemmeno adulta.

il Giornale – 13 giugno1995